Musica

04/01 – Il direttore Giampaolo Pretto con l’Orchestra Regionale Toscanini

Quando si dice voce flautata ci si vuole riferire ad una voce di velluto,
carezzevole che incanta perché simile a questo strumento a fiato, che nella
sua versione ‘diritta’ è uno dei più antichi della storia. Il flauto
traverso invece si è perfezionato in epoca tardo barocca, ai primi del ‘700
e tra gli estimatori ci fu anche un imperatore, Federico II di Prussia, che
nonostante i considerevoli impegni politici e militari, si dedicava
quotidianamente allo studio del flauto, esibendosi volentieri davanti alla
corte. In seguito, era lo strumento principe dell’orchestra per eccellenza
quella di Mannheim che Mozart frequentò e da cui trasse ispirazione. Al
flauto e al genio salisburghese è dedicata la prima parte del concerto che
l’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini tiene nella Sala Ipogea del
Centro di Produzione musicale (Parco Ex Eridania di Parma) il 4 gennaio alle ore 17. Solista al flauto e
direttore è Giampaolo Pretto, eccezionale figura di musicista a tutto tondo
in quanto nel corso della sua carriera si esibisce anche come camerista
oltre ad essere un rinomato didattica.

Primo flauto alla Rai dal 1986, nell’Orchestra di Milano, poi nella
Sinfonica Nazionale a Torino inizia sedicenne un’attività concertistica
assai intensa che nel corso di quasi quarant’anni lo porta sui più
importanti palcoscenici italiani e internazionali. Per quanto riguarda il
repertorio in ognuno dei generi musicali che pratica, sceglie da sempre di
misurarsi col repertorio più ampio, spaziando abitualmente dal barocco alle
avanguardie. Pretto inoltre è direttore musicale dell’Orchestra Filarmonica
di Torino dal 2016 ed è stato maestro preparatore dal 2012 al 2018
dell’Orchestra Giovanile Italiana, dirigendola in numerose importanti
produzioni, contribuendo a perfezionare centinaia di giovani professionisti
ora attivi nelle orchestre di tutto il mondo.

Il concerto di sabato 4 gennaio comprende quindi Mozart del quale esegue
con il flauto l’Andante in do maggiore K.315 e il Concerto n.2 in re
maggiore K.314; Nella seconda parte, solo orchestrale, l’Ouverture “in stile
italiano” di Schubert e la Sinfonia detta “degli addii” di Haydn, brano
celebre per un aneddoto che l’accompagna. Si racconta che Haydn l’avesse
scritta per esprimere una richiesta formale al principe Nikolaus Esterházy
in quanto stava protraendo oltre ogni aspettativa la permanenza estiva nella
residenza unghe­rese dei musicisti al seguito. Haydn decise pertanto di
esprimere le rimostranze della sua orchestra (desiderosa di tornare alle
proprie famiglie) in musica anziché a parole. Durante l’esecuzione
dell’Adagio conclusivo, era previsto che ogni strumentista ab­bandonasse il
proprio posto a turno dopo lo spegnimento della candela che illuminava il
leggio, lasciando in scena solo i violini muti di Haydn e di Luigi
Tomassini, suo Mae­stro concertatore. I professori d’orchestra continuano a
fare come all’epoca di Haydn. Prima della Sinfonia, l’orchestra esegue
l’Ouverture “in stile italiano” di Schubert: brano dal sapore allegro e
sbarazzino il cui secondo tema è un omaggio a Rossini con i legni che
riprendono le note della celebre aria «Di tanti palpiti» del Tancredi
modificandone la ritmica.

I biglietti (12 €) sono disponibili presso la biglietteria della Toscanini
che ha sede in viale Barilla 27/A, all’interno del Parco Eridania, presso il
CPM Toscanini, con i seguenti orari: da martedì a sabato dalle 10 alle 13,
il giovedì apertura pomeridiana dalle 14 alle 17). La vendita on-line è sul
sito www.biglietterialatoscanini.it sino alla mezzanotte del giorno
precedente il concerto.

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