Incontri Teatro

20 e 22/10 – Il progetto fotografico e performativo “MNÉMOSYNE” al Teatro Due

MNÉMOSYNE
progetto fotografico e performativo di Josef Nadj

SPAZIO SHAKESPEARE
20 / 22 ottobre

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Performance
ideazione e interpretazione Josef Nadj
luci Rémi Nicolas
costruzione set e direzione generale Sylvain Blocquaux
musiche di Peter Vogel e Schubert interpretate da Emanuelle Tat
direzione palco Romuald Liteau-Lego

Esposizione
fotografie e video Josef Nadj
collaborazione artistica fotografie e video Szabolcs Dudás
luci e scenografia Rémi Nicolas
cornici Jean-Pierre Haie – Atelier Demi-Teinte
direzione generale Sylvain Blocquaux

produzione e distribuzione Bureau PLATÔ – Séverine Péan, Mathilde Blatgé
produzione associata Atelier 3+1
coproduzione Biennale Lyon Dance 2018, Centre Choreographic National – Orléans, La Filature Scène Nationale – Mulhouse, CENTQUATRE-Parigi
con il supporto di Ministero della Cultura – Direzione Generale della Creazione Artistica – Delegazione per la Danza, Regione Ile-de-France, La Villette-Parigi, Residenza Sainte-Cécile-Orléans
Josef Nadj è stato artista in residenza presso CENTQUATRE-Parigi e vincitore del programma di residenza internazionale della Città di Parigi a Récollets

Creazione | 22 settembre 2018 | Biennale de la danse de Lyon – Musée des Beaux-Arts

Mnémosyne per raccontare la memoria di un mondo: quello del coreografo e artista visivo Josef Nadj. Un lavoro globale, che unisce progetto fotografico e performance scenica. Nel corso della sua carriera, l’artista non ha mai smesso di fotografare. Riprendendo questa pratica parallela, Josef Nadj attinge alla propria memoria per ampliare ancora una volta il proprio orizzonte creativo. Cambiamento artistico o ritorno alle origini? Per Mnémosyne ha progettato una vasta mostra fotografica, un vero e proprio scrigno costellato di immagini in cui si mette in scena – tra gioco, danza e performance – il più vicino possibile al suo pubblico.
Un piccolo spazio chiuso e buio, una camera oscura in attesa. Il visitatore diventa spettatore o addirittura osservatore. Nell’intimità di questo gabinetto dove alcune curiosità prendono vita, Josef Nadj offre una breve performance di rara densità: ogni movimento, ogni azione, ogni momento risuona con il suo percorso, personale e artistico, trasfigurato in uno schizzo preso in prestito da Beckett. Inoltre nel titolo Mnémosyne, si sente la parola Las Meninas… come il capolavoro di Velazquez, Mnémosyne contiene una molteplicità di sguardi che si nutrono costantemente.
Attorno a questo dispositivo attivato nel tempo della performance, Josef Nadj ha progettato una mostra fotografica esuberante. Ognuno dei quadri appesi racconta una storia, da intendersi come uno spettacolo sospeso. Ogni immagine nasconde in sé un ricordo, noto solo all’artista: vi si trovano oggetti selezionati per il loro potere suggestivo, riferimenti che non smettono di ispirarlo e ogni tipo di ricordo. Questi scatti suggeriscono, accanto alla brevità della performance, un rapporto con il tempo che si estende su più anni, dalla ricerca delle forme alla composizione delle immagini, dalla scelta della tecnica di ripresa vera e propria.
Omaggio personale e trasversale all’Atlante incompiuto dello storico dell’arte tedesco Aby Warburg, Mnémosyne è come un’opera d’arte totale, insieme installazione, performance ed esposizione, di cui ogni immagine interroga il nostro sguardo e la nostra memoria: cosa abbiamo visto?

Marylène Malbert

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